2012/11/24 angelo.moreschini@medident-sw.it angelo.moreschini@medident-sw.it:
Cosi': il principio del controllo dell'accesso alle risorse garantisce un importante tipo di sicurezza nell'uso del calcolatore, e non mi pare sbagliato se viene adottato anche per la gestione della installazione dei programmi.
Windows (che non mi piace) lo fa con molto rigore usando il "registry".
Credo di poter sostenere senza timore di smentita che Windows sia un pessimo esempio proprio dal punto di vista della installazione del software :)
Non esiste un sistema di installazione per windows, ogni programma ne sceglie uno fra tanti, molti dei quali di terze parti. Poi che tutti scrivano cose in un registro unico è solo per tenere traccia della propria configurazione, ma in realtà nessuno, neanche Windows, ha idea di cosa *esattamente* sia installato nel sistema.
Hai mai fatto caso a quante volte, disinstallando un programma, ti ha avvertito che non tutti i files erano stati rimossi?
Quindi propongo di lasciar perdere esempi come questo e concentrarsi su Fedora :)
In Fedora la gestione di quello che c'è installato nel sistema è responsabilità di rpm. Semplificando al massimo, rpm è un comando di sistema che conserva un database di *tutti* i files che sono installati con associati un certo numero di metadati, per cui puoi fare cose di questo tipo:
sapere quali pacchetti sono al momento installati nel sistema rpm -qa
sapere quali files sono inclusi in un certo pacchetto: rpm -ql nomepacchetto
sapere quale pacchetto include un certo file: rpm -qf /etc/passwd
sapere se i files di un pacchetto sono stati modificati rispetto al contenuto originale: rpm -qV nomepaccheetto
Nota che Windows non ha nulla di tutto ciò, in un dato momento non hai *la minima* idea di chi sia stato a creare un qualunque file.
Ora, non te ne ho ancora parlato ma a breve avrai anche un'altra sorpresa: i permessi dei singoli file stile unix, con cui possiamo, in maniera direi molto semplice, controllare chi ha il permesso di leggere, modificare ed eseguire ogni singolo file del sistema. Tutto questo per ogni singolo file.
La combinazione di queste due cose ti fornisce *il massimo* controllo che puoi pensare di esercitare sul tuo sistema, quindi fidati quando ti diciamo che la frase incriminata era essenzialmente una bestialità. Giustificata quanto vuoi dal fatto che sei appena approdato in questo ambiente, ma comunque una bestialità.
Se Linux non fa questo rigoroso controllo (E DICO SE) ma demanda, in parte, agli utenti la responsabilita' di gestire la installazione dei programmi, questo e' un altro paio di maniche...
Riassumendo, una volta installati con il sistema che la distribuzione ha predisposto, hai tutto quello che serve per tenere sotto controllo ogni file del tuo sistema. Ovviamente, non si possono costringere terze parti (in questo caso, Oracle) a produrre e distribuire rpm dei propri prodotti, per cui sei costretto a seguire una procedura manuale che comporta diversi disagi, incluso perdere tutti vantaggi di cui sopra.
E' anche per questo che gli utenti Linux (e in particolare Fedora) tendono a non apprezzare, per usare un eufemismo, le ditte che distribuiscono software Linux un questo modo. E si sentono 'sporchi' quando sono costretti ad usarli comunque :)
-- Gianluca Sforna
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